venerdì 14 settembre 2012

Kate Winslet su LeiWeb: "Il successo è sempre un lavoro di squadra”


Intervista a Kate Winslet su LeiWeb.



Sfilerebbe sul red carpet in tuta da ginnastica. La statuetta dell'Oscar la tiene su una mensola del bagno. E ai colleghi ricorda: “Il successo è sempre un lavoro di squadra”

Assomiglio a qualunque donna che cammina per la strada, non ho un seno perfetto e ho anche un po' di cellulite. Anzi, a scuola mi prendevano pure in giro perché ero cicciottella. Per fortuna piacevo agli insegnanti. Altra ottima ragione perché tutti se la prendessero con me, no?». Kate Winslet ride. Continua a ripetere, come un mantra, quanto sia normale. Normali (se ci sono) i chili di troppo, normale la sua vita (da star), normali i suoi figli. In effetti la Rose di Titanic è considerata tra le dive più anti dive di Hollywood.
È stata lei a far partire la crociata anti-botox con le colleghe Emma Thompson e Rachel Weisz. E a parlare per prima, senza ansie e con molta ironia, dei suoi problemi con la bilancia. «A vent'anni certi commenti sul mio peso mi ferivano, ora no. Sono riconoscente alle mie natiche. E poi, a essere sincera, conosco solo una persona con la taglia 38: mia figlia Mia di 11 anni», ha detto tempo fa. …Accanto ha un nuovo compagno dal nome che è tutto un programma: Ned Rocknroll, 33 anni, nipote di Richard Branson. Si sono conosciuti un anno fa proprio a Necker Island, l'isola caraibica di Branson. Kate era lì con l'ex partner, il modello Louis Dowler, liquidato poco dopo. Sarà per questo che appare ultimamente più magra e asciutta?

Una volta ha detto che sul red carpet è un'altra persona.
«Esatto, mi metto il cappellino da persona famosa».

Non le piace?
«Il fatto è che è uno shock ogni volta: santo cielo, mi ripeto, ora devo togliermi la tuta e infilarmi in quell'abito ed essere perfetta».

Non sarà mica faticoso?
«Ma no. A volte mi diverto pure. Semmai mi mettono a disagio i colleghi più giovani in posa annoiati. Noi attori dopotutto andiamo alle première per promuovere i nostri film, è il lavoro di una squadra».

Potrebbe riprenderli: è una diva, no?
«Invece tendo a essere tollerante e a dare il buon esempio. Magari recito nel ruolo principale, ma la mia roulotte non sarà più grande delle altre. Fare la “star-che-pretende” significa allontanarsi dagli altri, io voglio comunicare. Se i colleghi hanno un esercito di assistenti, io ne prendo solo uno. Certe volte resto seduta a leggere i titoli di coda alla fine dei film proprio per vedere lo staff di ogni star».

È considerata la Meryl Streep della sua generazione.
«Che strano, ho sentito qualcosa del genere per Cate Blanchett di recente. Cate le assomiglia sul serio, io non mi vedo assolutamente così».

Molte giovani attrici dicono che grazie ai suoi film osano scene di nudo, come quella sua in The Reader.
«Santo cielo, è fantastico perché significa che non ho ancora perso le mie curve (ride). E comunque conferma che io sono una persona normale».

L'età cosa le ha insegnato?
«Ad avere fiducia in me stessa. A vent'anni pensavo che sarei arrivata a 36 con il seno cadente, i capelli sfibrati e pochi denti. Invece eccomi qua».

Cosa le manca?
«Diciamo che, alla fine, mi è andata bene».

Sian Edwards/ The Interview People

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